
RICCIONE 2022: Mafie, Ecomafie, Criminalità organizzata ed infiltrazioni nella pubblica amministrazione
MAFIE, ECOMAFIE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED INFILTRAZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
- Nel corso delle Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana 2022 che, come a Voi noto, si sono svolte il 15, 16 e 17 settembre u.s. a Riccione, ed alle quali ha partecipato anche una rappresentanza dello Studio Legale Biffa & Associati, unitamente a sei iscritti DIPPOL, sono stati affrontati vari argomenti utili per la Vostra attività.
Per offrire una veloce panoramica dei temi trattati in quello che si è confermato come il più grande evento nazionale in presenza in tema di Polizia Locale e la più importante Mostra-Convegno nel panorama nazionale delle manifestazioni dedicate ai Comandi di Polizia Municipale dei Comuni Italiani, indicherò molto sinteticamente, a titolo di esempio, alcuni dei principali temi presenti nell’ampio programma convegnistico articolato, come di consueto, in tre giornate, suddivise in sessioni tematiche che si sono tenute sia la mattina che nel pomeriggio, per poi soffermarmi sull’importante argomento indicato nel titolo della presente nota.
Nel corso della prima giornata si è tenuta una sessione intitolata “Novità in materia di circolazione stradale”, nel corso della quale sono state illustrate le nuove opportunità in materia di regolamentazione della sosta e accesso a ZTL e in materia di notificazione dematerializzata delle sanzioni mediante la nuova piattaforma digitale, dopo il Decreto 58/2022. È stato quindi fatto il punto sulla disciplina della micro mobilità elettrica e le novità del D.L. 68/2022 convertito in L. 108/2022.
Molto interessante anche la sessione intitolata “Circolazione stradale in pratica: aggiornamenti, approfondimenti, procedure”, nell’ambito della quale è stato dedicato uno spazio alla “Circolazione dei veicoli in disponibilità di agenti diplomatici, consolari e degli appartenenti alle organizzazioni internazionali” ed un altro spazio alla “Omissione di soccorso: procedure operative e accertamenti tecnici di polizia giudiziaria nell’ambito della violazione dell’art. 189 commi 1 – 6 e 7 del Codice della Strada”.
Di particolare interesse anche la sessione dedicata a “Minori e fenomeni criminali nelle realtà urbane” nella quale, tra gli autorevoli e competenti relatori, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Venezia, Dott.ssa Monica Mazza, ha trattato brillantemente il fenomeno della devianza giovanile chiarendo che le baby gang rappresentano solo una parte, neanche la più rilevante o difficile da affrontare, nel suo lavoro quotidiano.
La Dott.ssa Mazza, poi, ha tenuto molto a sottolineare in modo particolare la proficua collaborazione con la Polizia Locale che, nella gestione della criminalità minorile, si è dimostrata molto preparata ed efficace nello svolgimento dei suoi compiti a presidio del territorio.
Ancora sul tema della devianza minorile, una sessione pomeridiana della seconda giornata del Convegno ha preso in considerazione, in particolare, gli aspetti del bullismo e del cyber bullismo.
- A questo punto, quale tema di sicuro interesse, sottopongo alla Vostra attenzione quello che, nell’ambito della sessione dedicata a “Polizia Locale e Criminalità organizzata”, ha affrontato il delicato aspetto della infiltrazione criminale negli enti locali.
Nel recentissimo 41° Convegno di Riccione, questi argomenti sono strati trattati in aula dal Comandante di Polizia Locale di Pomigliano d’Arco, Luigi Maiello; dal Comandante della Polizia Provinciale di Monza e Brianza, Pasquale Ricciardella; dal Comandante di Polizia Locale di Desio (MI), Giovanni Dongiovanni; dal Vice Comandante di Polizia Locale Monza e Brianza, Umberto Trope e dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, Dott.ssa Emanuela Attura, con la moderazione del giornalista Emilio Orlando.
In queste mie note mi atterò quindi a quanto illustrato a Riccione dagli autorevoli e davvero brillanti Relatori.
Nella sua introduzione il giornalista, Dott. Orlando, ha riferito che dal 1991 al 2018 sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa ben 234 Comuni ed ha rappresentato che il fenomeno è presente anche in regioni del Centro-Nord.
La criminalità si infiltra negli Enti Locali con appalti al massimo ribasso. Le mafie hanno infatti una forte connotazione imprenditoriale e l’infiltrazione avviene in aziende a carattere familiare, usate dai Comuni per tamponare le emergenze come, ad esempio, riparare le buche stradali.
Nel suo davvero brillante intervento il Comandante Maiello, di Pomigliano d’Arco, che ha amministrato Comuni sciolti per mafia, ha fatto rilevare come le organizzazioni di tipo mafioso si basino su attività familiare.
Ha quindi chiarito che l’attività informativa rispetto a tale fenomeno nasce e si sviluppa al di fuori di un procedimento penale, mentre invece la vera e propria attività investigativa è legata ad un procedimento penale.
Come già anticipato da Orlando, ha ribadito come la camorra giochi sugli affidamenti diretti e sulla gestione delle emergenze.
Notoriamente le mafie svolgono la loro attività criminale nel traffico di stupefacenti; nello sfruttamento della prostituzione; nel traffico di armi.
In forza della sua esperienza, il Comandante Maiello ha potuto constatare che nei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose ci sono sempre parenti diretti dei mafiosi che operano nell’ambito della Polizia Locale.
Gli esempi più ricorrenti di attività in cui “lavora” la mafia nei Comuni sono rappresentati dalla gestione di appalti poco significativi; gestione dei rifiuti; refezione scolastica; servizio di NCC (noleggio con conducente).
Sebbene sia ovvio che il pubblico ufficiale ha l’obbligo di denunciare i fatti di reato, si deve invece constatare che, purtroppo, nel rapporto tra pubblici ufficiali e criminalità organizzata la corruzione dilaga.
Con la verve che ha caratterizzato il suo intervento, il Comandante Maiello ha tracciato 4 tipologie negative di Pubblico Ufficiale: “il cretino”; “il codardo”; “il saccente”; “il facilitatore” affermando che sono tutti pericolosi in quanto utili per la criminalità.
La mafia infatti non potrebbe fare niente senza l’aiuto dei pubblici ufficiali e dei politici per infiltrarsi negli enti pubblici.
La prevenzione e la lotta alle infiltrazioni mafiose iniziano proprio dall’attività della Polizia Locale.
Chi ragiona semplicemente da “Vigile Urbano” non può fare questo lavoro, ha detto il Comandante, occorre infatti rendersi conto dell’importanza del ruolo svolto dalla Polizia che opera sul territorio e spesso dà il primo segnale di presenza delle mafie determinando così, per mezzo delle sue segnalazioni, le interdittive antimafia.
Le misure di prevenzione sono un fondamentale strumento di lotta alle mafie e in questo ambito le Polizie locali, che censiscono le attività presenti sul territorio, svolgono un ruolo di grande rilievo.
Nel suo intervento, il Comandante della Polizia Locale di Monza e Brianza, Dott. Zanardo, ha proposto ai presenti un video avente ad oggetto il tema del ciclo dei rifiuti rilevando come il traffico dei rifiuti finisca per essere trattato dalla Procura Antimafia.
Il Comandante ha definito l’Eco Mafia come un “Mostro a tre teste”, rappresentate da discariche clandestine; Terra rubata; Rifiuti smaltiti clandestinamente.
Anche il Comandante di Polizia Locale di Potenza, Dott. Ricciardelli, ha ribadito che le organizzazioni criminali fanno affari nelle emergenze e la gestione dei rifiuti è la più importante delle emergenze.
In Italia abbiamo una vera e propria carenza impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti, non si conosce che fine faccia il 47% dei rifiuti. E questo è sicuramente terreno fertile per l’infiltrazione mafiosa.
Secondo la sua esperienza, il sistema oggi usato dalle mafie è quello di “miscelare” i rifiuti, vanificando in tal modo i benefici della raccolta differenziata.
La Dott.ssa Attura, Gip presso il Tribunale di Roma, infine, nel suo pregevole intervento, essenzialmente tecnico – che perciò sintetizzo al massimo – si è soffermata sulla normativa che disciplina il fenomeno di quella che, con termine coniato nel 1999, è stata definita “Ecomafia”.
In proposito, ha richiamato il Decreto Ronchi, D. Lgs. 22/1997; la L. n. 9 del 23.03.2001, recante Disposizioni in campo ambientale e l’art. 452 quaterdecies c. p., Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, in rapporto alla criminalità organizzata.
Ha fatto anche rilevare che, in forza dell’art. 9, L. 146/2006, le operazioni sotto copertura sono estese ai reati ambientali, ambito di sicuro interesse per la criminalità organizzata.
Studio Biffa & Associati
Avv. Grazia Grieco
Roma, settembre 2022